Per visitare la Sardegna in moto esistono ottime guide, sia on-line sia sugli scaffali delle librerie ed alcuni sono praticamente perfetti: questo Reportage, quindi, si propone più modestamente come un ricordo di viaggio ed un invito ad approfondire, in sella e di persona, la conoscenza di questa meravigliosa isola.
Le foto che vedrete raccontano, per sommi capi, un rapido viaggio che ha investito l’intero periplo dell’isola, quasi a volo d’uccello. L’itinerario si è sviluppato in senso antiorario, prendendo come punto di partenza Olbia (o Golfo degli Aranci), in quanto porto di arrivo del maggior numero di collegamenti ma può ovviamente essere iniziato altrove, come a Porto Torres o a Cagliari.
Il primo tratto va da Olbia a Stintino: volutamente la Costa Smeralda e le sue località mondane sono state trascurate, a vantaggio di altri luoghi un po’ meno noti ma forse ancora più interessanti, sia nell’interno sia lungo la costa. Fra i primi Telti, S.Antonio di Gallura, Luogosanto, Tempio Pausania; sul mare è impossibile non innamorarsi di posti come Castelsardo o la Spiaggia della Pelosa, a Stintino, ma anche di spiagge meno note, come le Saline di Stintino.
Il secondo tratto,
da Stintino a Capo Spartivento è un inno al Mediterraneo: doverosa
la visita a Capo Caccia, prima di raggiungere Alghero e la sua vivace
vita notturna. Man mano che si procede verso sud, dapprima lungo la
fantastica strada Alghero Bosa, già descritta qui, l’itinerario
alterna tratti costieri e tratti nell’interno ed è una scoperta
continua. Come i tornanti che portano da Guspini ad Arbus, valicando
il Passo Genna e Frongia: non si raggiungono neppure i 400 m di
altitudine (sono 384 m. slm.) ma sembra di scalare le Alpi!
Ad Arbus siamo in
piena zona mineraria: lo si vede percorrendo la strada delle Dune di
Piscinas (descritta dettagliatamente qui), ma gli scheletri delle
miniere abbandonate ed in rovina sono dappertutto.
Dopo essere tornati
a contatto col mare, lo spettacolo delle meravigliose spiagge e del
mare blu riprende con Buggerru, Masua (se avete tempo non perdete
l’escursione a Porto Flavia) , finché non ci si porta verso
l’interno, verso Iglesias.
Da qui strade
scorrevoli ma se si vuole anche stradine poderali portano a Porto
Pino, con eventuale deviazione per S.Antioco, ed al golfo di Teulada,
ricco di belle spiaggette, accompagnando verso Capo Spartivento, il
punto più meridionale dell’isola. La risalita tocca Chia, Pula e
porta rapidamente a Cagliari, la cui porta d’ingresso più
spettacolare è senz'altro il passaggio dallo Stagno di Conti Vecchi
e da lì, dopo una eventuale visita del centro, al Poetto, il cuore
balneare della città.
Meglio non
attardarsi troppo, le curve dell SS125 “Orientale
Sarda” attendono invitanti: attenzione però a non cedere alla
fretta, la nuova SS125var è più rapida, ma il tracciato pù
godibile è senz’altro quello più antico, all’interno, dove il
punto più alto è a 430 m. slm., all’Arco e Tidu, prima di
riavvicinarsi alla costa.
Una volta giunti in
prossimità della costa orientale, ci si addentra di nuovo verso
l’interno e la ”giostra motociclistica” raggiunge nuove vette di
fascino, con la possibilità di ammirare la Sardegna più vera
e tradizionale, iniziando dal Gerrei e dai laghi di Flumendosa e di Mulargia,
con i loro sterrati.
Poi il Supramonte con il paese fantasma di Gairo Vecchio, Orgosolo ed i suoi murales, il passo di Genna Silana, dall’alto dei suoi 1017 m. slm. ed infine le spiagge di Orosei e di San Teodoro, fino alla chiusura dell’itinerario, tornando ad Olbia.
Per concludere questo Reportage, la frase più adatta è senz'altro "Grazie, Sardegna"!!!
Link a Reportage più dettagliati:
Nessun commento:
Posta un commento